Valentina Revald
un giorno qualunque 01:00 a.m.
"Il caffè a quest'ora?" dice lui con la faccia di chi ha visto un mostro.
"Che noia, ecco che ricomincia" penso io. Mi chiedo: che c'è di male nel prendere il caffè di notte?
Poi magari dopo il caffè, prendendo il pacchetto di sigarette mi dirà: "Anche la sigaretta?"
Ma che ha la gente! Sempre a giudicare. Se per caso,però, gli fai notare che tu passi quotidianamente sopra anche alla più assurda delle loro abitudini, dalla frittura sei giorni su sette, al non fare un passo a piedi nemmeno per andare a comprare il giornale all'angolo della strada, hanno pure il coraggio di risponderti "ma chi ha detto niente". Pausa, e poi "e comunque sappi che lo dico per te!" Appunto, per me. Sarò in grado di decidere cosa e giusto e cosa no?
Il caffè io lo prendo a tutte le ore e in tutte le maniere: amaro, dolce, macchiato. E la preparazione è un rituale che mi godo in tutte le sue fasi. Specialmente d'inverno, quando le mie mani sono costantemente gelide e, aspettando che il caffè salga, le metto a riscaldare vicino al fuoco. L'aroma che penetra le narici e, infine, il brontolio. La tazzina calda tra le mani ed ecco l'estasi. Che buono il caffè!

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