Paolo Bertoncini
Milano, sabato di mercato, novembre
L'ansia di aver dimenticato di spostare l'auto venerdì sera, è uno dei miei principali fattori di "sveglia tachicardica e terribile" del sabato mattina. Il panico di quello che può succedere alla mia opel dimenticata... l'ira dell'ambulante in piedi dall'alba per montare il suo stand, la sua bancherella, o posizionare il suo camion e iniziare a cuocere i polli allo spiedo...ed ecco lì l'opel di qualche stronzo che non ha letto i cartelli. Se va bene viene rimossa, se va male viene rimossa uguale, ma con la scritta STRONZO incisa sulla fiancata. Mi gusto assonnato il mio caffè, felice di averla spostata, di poter fantasticare di questa mia paura sapendomi al sicuro, con l'auto in un'altra via, che riposa pigramente sotto un cielo grigio come lei.
Chissà se capita spesso che ci si dimentica la macchina?
Paolo Bertoncini
Milano, novembre
Una colonna sonora che rimbomba nelle orecchie, battendo costantemente al tempo, incalzando, pioggia sporca e fredda, che ti colpisce a tradimento tra il collo e la camicia, una pugnalata alle spalle; rimbombano i bassi in queste albe meccaniche, in questa città grigia e laboriosa, in questa crisi economica a cui non bisogna pensare per sopravvivere: alzo lo scudo, la musica sale, accompagna il film che mi circonda, è la mia colonna sonora, protagonista indiscutto della mia attuale vita. Ho una meta, un porto franco che mi isola ancora per poco dal lavoro, la luce del bar sempre più vicino, l'aroma del caffè che copre l'umido asfalto e il mortale piombo di cui puzza la vita a Milano: un caffè, per dimenticare, per sognare, un caffè per sentirsi ancora un poco in ferie. Caldo, dolce, fedele caffè.