Angelica
una mattina
Uno, due, tre....potresti girarti e rigirarti all'infinito dentro quel letto caldo, la sveglia suona, la luce ormai invade la stanza,ma niente ti convince a mettere un piede fuori!
Poi eccolo, è il suo profumo, apre la porta, ti infila la vestaglia e ti porta sul divano...i capelli hanno ancora quel tocco in più che solo il cuscino ti sa dare, non hai ancora le dita prensili, la deambulazione ancora dorme, ma non si sa come riesci a bere il caffè, TIENI IN MANO LA TAZZINA E NON TI CADE!!!!!!!!!
Lo consideri quasi un miracolo ma ormai è così da almeno dieci anni e ci hai fatto il callo....Dio c'è, si chiama Caffè
Silvana Perotti
pomeriggio 17,58
la testa ficcata nel computer, mi cimento con il famoso romanzo che sto scrivendo e che non finisco mai. Trovo tutte le scuse per distrarmi, rispondo a una mail, spazzolo il gatto e poi cerco di rimettermi a scrivere. Però prima, quasi quasi mi faccio un caffé. Mentre il caffé sale mi viene l'ispirazione e batto sui tasti come una pazza, finché un odore di bruciato non mi penetra nelle narici. Cazzo! Ho fatto fuori un'altra macchinetta. Adesso mi tocca telefonare al bar. A dire il vero il caffé del bar è un'altra cosa! Ti lascia in bocca un sapore che cerchi di trattenere a lungo, e che chiede disperatamente di metterci sopra una sigaretta. Si prende in molti modi, il caffé del bar. Caldo, freddo, granitato, lungo, corto, macchiato, schiumato, zuccherato, amaro, con ildolcificante, in tazza calda, in tazza fredda, decaffeinato, allungato con grappa o con qualche altra cosa. Prima di berlo è indispensabile bere un bicchiere d'acqua per preparare la bocca e liberararla dagli altri sapori.
Gli amici si scelgono da come fanno il caffé: a casa di Antonella il caffé è imbevibile, annacquato, leggero, acqua sporca, insomma. Ogni volta, alla immancabile domanda: "Lo volete un caffé?" mi vengono i brividi al solo pensiero, e mi posizione vicino al ficus per versarcelo dentro. Rosalba invece lo serve dentro a certe tazzine di fine '800, piene di crepe, che ho sempre il terrore di rompere. A proposito, anche la tazzina è importante, per il caffé. Non deve essere alta e stretta, né troppo larga. Non deve essere troppo sottile, né troppo spessa. C'è la tazzina per il caffè della mattina e quella per l'ultimo caffé della sera, verso mezzanotte, che a me fa da sonnifero, difatti mi dico: Mi prendo un caffé, leggo una diecina di pagine e poi dormo.
Quando esco c'è sempre il solito amico che costringi a fermarsi al bar e che ti chiede: "Ma come, prendi il caffé a quest'ora? E poi come fai a dormire?" Ma due etti di cazzi tuoi mai, eh!
Dimenticavo: avete presente il caffè dopo l'amore? Gli uomini della mia vita non lo sanno, ma quando, dopo aver fatto l'amore, non ho preso un caffé, voleva dire che la storia era finita. E il caffè me lo prendevo a casa mia, in beata solitudine!
Paolo Bertoncini
una domenica di settembre, 14.45

un cielo grigio e pigro dallo spiraglio della finestra. Penombra e luce elettrica che si mescolano in un'atmosfera fredda e autunnale. Osservo senza pensieri la caffettiera bicolore,fiamma al minimo. Lo sguardo cade sul mio "nuovo" vecchio macinacaffè degli anni trenta, un piccolo gioiello di mia nonna, un ricordo della mia infanzia, un mix di profumi, aromi ed emozioni. Ha parti in acciaio lucidissime, eppure quanti l'avranno usato, quante emozioni a base di chicchi tostati, di chicchi scuri avrà regalato. Verso il caffè. immancabilmente due gocce sul piano cottura. Sorrido, e già mi sento meglio, la tazza calda tra le mani, quel profumo inebriante.
Valentina Revald
un giorno qualunque 01:00 a.m.
"Il caffè a quest'ora?" dice lui con la faccia di chi ha visto un mostro.
"Che noia, ecco che ricomincia" penso io. Mi chiedo: che c'è di male nel prendere il caffè di notte?
Poi magari dopo il caffè, prendendo il pacchetto di sigarette mi dirà: "Anche la sigaretta?"
Ma che ha la gente! Sempre a giudicare. Se per caso,però, gli fai notare che tu passi quotidianamente sopra anche alla più assurda delle loro abitudini, dalla frittura sei giorni su sette, al non fare un passo a piedi nemmeno per andare a comprare il giornale all'angolo della strada, hanno pure il coraggio di risponderti "ma chi ha detto niente". Pausa, e poi "e comunque sappi che lo dico per te!" Appunto, per me. Sarò in grado di decidere cosa e giusto e cosa no?
Il caffè io lo prendo a tutte le ore e in tutte le maniere: amaro, dolce, macchiato. E la preparazione è un rituale che mi godo in tutte le sue fasi. Specialmente d'inverno, quando le mie mani sono costantemente gelide e, aspettando che il caffè salga, le metto a riscaldare vicino al fuoco. L'aroma che penetra le narici e, infine, il brontolio. La tazzina calda tra le mani ed ecco l'estasi. Che buono il caffè!
Silvana Perotti
Scendo le scale con il gusto ancora in bocca, porca la miseria non ho avuto nemmeno il tempo di farmi una sigaretta, ho gli occhiali neri perchè non ho avuto il tempo di truccarmi e lo faccio sempre in ufficio, chiusa a chiave nel bagno, dove resto per almeno un quarto d'ora, prima di affrontare i colleghi che parlano, parlano, parlano a prima mattina e si sono svegliati alle sei per essere in ufficio alle otto. Io mi sono svegliata alle sette e un quarto e mi è andata già bene. Esco dal bagno e vado alla macchinetta per prendere il primo schifossissimo caffé della giornata lavorativa, ma il governo questo passa. Alla macchinetta incontro il ragioniere del primo piano, il cassiere e la segretaria del direttore amministrativo. Stanno commentando l'Isola dei famosi e il loro fiato puzza disgustosamente di caffè e sigarette. Bevo in silenzio e fuggo, inseguita dai soliti commenti su chi mi credo di essere.
Aida Mino
28 agosto , Giovedi , ore 04:42 am
Le prime ore del Alba , Sto parlando con i miei amici Ricordando i giorni pasati insieme , Scene e memorie di Ogni momento , e una lacrima Sulla guancia mi fa tornare alla realtà , e La voce del mio amico Che dice : La cosa migliore in tali momenti un caffe , così si è conclusa una serata di ricordi passati e una tazza di caffè.