Paola Prinetti
Milano, Liceo Berchet, già troppi anni fa
Non saprei dire quando né con chi, ma sono certa che fu lì la mia prima volta. E che non mi piacque affatto.
Nulla di scabroso, né di illegale. Non parlo di sesso e nemmeno di un bacio; manco di una canna.
Avevo fatto le Marcelline...
Molto più semplice.
Un caffé.
E quella prima volta...un saporaccio.
Ma aveva il gusto dell'età adulta e un vago aroma di consapevolezza, per questo me ne innamorai.
A distanza di anni, è diventato un compagno fedele e irrinunciabile, che mi tiene gli occhi aperti. Letteralmente.
Eppure sono convinta che non lo ameremmo così se si potesse bere fin da bambini. E' qualcosa cui si ha diritto quando si ha un po' di stomaco... E quando quel momento arriva, fosse anche una tazza colma di fiele, la tracanniamo convinti che sia un elisir.
E passiamo gli anni successivi a scoprire che lo è davvero.
Sara Larnis
Bolzano, lunedì di streghe
Non guardo, ossevo bambini e cani correre come matti tra la gente, gli occhietti che brillano come indemoniati. Gli uomini sono proprio scemi a farsi tanti problemi, a esser così preoccupati in modo banale. Ecco il caffè, alla tedesca, come piace a me. W. non c'è oggi. Nemmeno domani. E' freddissimo. Inizio anno di quelli tragici, mi sento come un sacchetto di carta rosso (ne ho uno in cucina) molto molto vuoto e leggero. Ho più paura di stare sola. Vorrei semplicemente passare oltre, cancellando un po di sbagli del passato. Invidio un po la ragazzina tutta in lana rossa che mi guarda. Magrissima. Me ne vado, sono ammalata fino nelle ossa. Spero nella febbre, vediamo se almeno questa funziona.